Hères

2. Gli Sciagurati

Passeggiando per arrivare al nostro solito bar, in lontananza si sentiva riecheggiare il suono di qualche strampalata chitarra jazz, forse il medesimo trio che intratteneva i passanti di rue de Rivoli. La sera era insolitamente fredda per esser Marzo e un fastidioso vento smuoveva costantemente il mio cappello e la giacca, che pigramente o forse per vezzo, dimenticavo di chiudere facendo così svolazzare la cravatta. Odiavo quella maledetta, ma era un regalo del padre di Erica ed ero costretto a metterla ogni volta che andavo a cena da loro, permettendo al Maggiore di fare i suoi soliti apprezzamenti sul buon gusto e il rigore che lo contraddistinguevano, un fastidioso teatrino atto ad aprire la pista alla tediosa conversazione che ne sarebbe seguita. Mi piacevano i signori Terriuse in fin dei conti, erano brave persone ma molto male assortite.

Arrivato al “Clair de Lune” salutai Maxime e ordinato il mio Porto mi misi a sedere caricando la pipa, in attesa dei miei Sciagurati!

Come molti avventori e affezionati del Clair, io e i miei compari di bevuta eravamo “Artisti” nella più volgare delle accezioni; tremende canaglie che vivendo sulle spalle delle nostre famiglie medio borghesi, spendevamo soldi in bevute e nel futile tentativo di esprimere il nostro io tramite poesia, musica, pittura e scrittura come il sottoscritto. Inutile dire che per lo più perdevamo tempo, ma eravamo così fermamente convinti delle nostre capacità che avevamo deciso di giustificare il nostro gozzovigliare decretandolo come l’inizio di un movimento, eravamo a tutti gli effetti degli Hères e ne andavamo fieri!

“Un Hères deve giurare solennemente di far solo quello che gli vada di fare e a nessun costo si dovrebbe trovare nella spiacevole condizione di lavorare! Le offerte saranno ben accette, ma mai venderemo la nostra arte che è più sacra del vil denaro. Diventare un Hères è facile, basta aver dissidi con la propria famiglia, una grandissima e insaziabile fame di arte e soprattutto pagar da bere ogni volta che se ne ha la possibilità” recitava il nostro personale manifesto e al grido di “l’Arte ed il Vino ci disseteranno!” ormai da tre anni ci incontravamo quasi tutte le sere a questo Caffè.

Tra le file del nostro movimento si contavano fior fior di geni, ingenui scapestrati dal cuore d’oro, come Michelle Gradore, eccellente pittore visionario e avveniristico col solo difetto di non voler mai finire le opere che cominciava, specialmente se su commissione! Le sue incompiute le chiamava, quadri a metà che secondo il suo esperto parere, potevano essere capite solo se erano gli osservatori a completarle nella loro mente, un genio!

Vi era anche Gabrielle Coiffed, eccelso pianista autodidatta, divoratore di spartiti, grande conoscitore della scienza musicale nonché apprezzato compositore, anch’esso col piccolo difetto che non riusciva mai a scrivere ciò che componeva, improvvisava costantemente accarezzando in modo leggiadro ed emozionante i suoi 88, dimenticandosi subito dopo l’esecuzione di ciò che aveva appena fatto. Per i molti sarebbe stato uno sbadato, ma lui apostrofava i più, affermando che suonare è come fare all’amore, non si può dettare regole e scrivere passo passo ogni singolo attimo o si toglierebbe il piacere del nuovo e della sorpresa, un filosofo!

Tra le nostre fila avevamo anche Luc Montusse, illustre poeta narratore, grande conoscitore della psiche umana, capace a descrivere un uomo utilizzando i suoi fantasiosi versi senza bisogno di parlargli, con uno sguardo riusciva a confezionargli un calzante cappotto di parole e giudizi, peccato però che non sempre chi ascoltava fosse incline ad accettare la descrizione, sfociando il più delle volte in banali scaramucce da quattro soldi, un vero gendarme della diplomazia!

Ed infine il sottoscritto, Nicolas Pierrot, semplice scribacchino e forse il più umile trai sopracitati Artisti; libero autore, prosaico romanziere nonché fedele testimone della crème parigina, afflitto dall’insignificante vizio del blocco da scrittore a mesi alterni. Del resto come cita il nostro manifesto “Un Hères deve giurare solennemente di far solo quello che gli vada di fare” ed in questo io ero certamente il più grande sostenitore e promotore della causa!

Hèresultima modifica: 2021-01-06T21:10:50+01:00da peternoise91
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