Capitolo 1 Casa Watson
Casa Watson ore 04:00 pm del 20 aprile del 1898,
Come ogni giorno ero alla mia scrivania a battere a macchina i miei vecchi appunti.
Grazie a quei racconti riuscivo a rivivere tutte quelle belle avventure passate insieme al mio inestimabile amico
- Caro sei nello studio?
- Si tesoro
- Scendi, ti prego, c’è una lettera per te!
Sebbene rimpiangessi le mie imprese, la mia vita matrimoniale andava sempre meglio. Mary era dolcissima e questo bellissimo quadretto familiare mancava solo della dolce presenza di bambini.
- Da parte di chi è la lettera?
- Da Miss Houdson
- Fammi vedere
La lettera era l’ennesima richiesta di aiuto. Ne avevo già ignorate sei nel ultimo mese. Sapevo che per quanto miss Houdson avesse a cuore la vita del mio eccentrico amico, tutto questo era proprio opera di Holmes.
Quel povero uomo si era completamente rincretinito, anni e anni passati a dar la caccia al crimine e a risolvere enigmi impossibili e ora il suo brillante cervello era completamente andato.
Voi potreste pensare che la causa fosse lo stress e invece no! Era un male ancora più incurabile, un nemico più forte, un enigma più insolvibile: l’Amore!
E questo male aveva l’incarnazione nel corpo della bella e maleficamente dolce Irene Adler, l’unica donna di cui Holmes fosse mai stato innamorato!
- Hai intenzione di ignorare anche questa lettera?
- Mary cerca di capire non ce la faccio più a vederlo ridotto in quello stato.
- Prova ad andare a parlargli magari la visita di un vecchio amico gli farà bene.
- Sei sempre stata dolce nei suoi confronti e neanche se lo merita…va bene, ma solo perché sei tu a chiederlo! Vieni Gladstone ce ne torniamo a Baker Street!
Capitolo 2 Ritorno a Baker Street
Me ne uscì di buon ora il giorno dopo, con il mio fedele Gladstone, un bellissimo esemplare di mastino inglese. Passai il bellissimo Hyde Park per attraversare i lunghi viali costeggiati da eleganti palazzi patrizi, dirigendomi verso St. Regent’s Park, ero entrato nel elegante distretto di Marylebone.
Girai a destra come di consueto e mi ritrovai in Baker Street, fermandomi davanti alla porta di un’austera abitazione, al 221 B, casa Holmes!
Quanti ricordi affioravano alla mente. Gran parte della mia vita si era sviluppata tra le mura di questa casa. Non nascondo che il mio cuore battesse dalla agitazione.
Per quanto si fosse lasciato andare era comunque uno dei più grandi investigatori di tutti i tempi e uno dei miei più cari amici.
- Holmes?! È in casa? Sono John, il suo amico!
Lentamente aprii la porta dello studio e venni invaso da un forte odore di stantio e di marcio, le piante del soggiorno erano state spostate dentro nel tentativo di creare un separé, risultato futile in quanto tutti gli arbusti erano morti o affogati o bruciati, segno di un qualche loffio esperimento di biochimica.
Nel camino ardeva ancora un rimasuglio di poche lettere che a giudicare dal forte odore di colonia che andava a male e dalle poche parole scritte, dovevano essere brutte copie di lettere d’amore mai spedite.
Tutto il locale era sommerso dal buio e poche candele ormai quasi consumate emanavano gli ultimi bagliori…
- Holmes siete qua dentro? – sussurrai.
Improvvisamente venni bloccato alle spalle da una presa a morsa, ben salda
- Fatevi riconoscere?
Percepì un odore forte provenire dalla bocca del mio amico
- Avete bevuto?
- Probabile e anziché si, forse no!
- Holmes per l’amor del cielo lasciatemi.
Dovetti ricorrere ad una contro mossa scaraventando così, forse con troppa forza, il mio compare sul pavimento.
Strappai le tende dalle finestre e feci luce nella stanza.
- Ma siete nudo! – urlai
- E voi siete vestito!
- Holmes per dio mettetevi qualcosa addosso, ve ne prego siete ridicolo!
Guardavo quel corpo così esile e ricoperto di peli, la barba e i capelli erano smisuratamente lunghi e le unghie di piedi e mani nere.
- Non uscite da tre mesi e a giudicare dalla facilità con cui vi ho fatto volare a terra non mangiate da due.
- Trovo il nutrimento di cui ho bisogno dalla natura!
- State ingerendo Clorofilla!
- Si ma distillata
- Holmes!!!
- A cosa devo l’onore della vostra visita?
- Non fate l’ingenuo so benissimo che siete stato voi a farmi chiamare inviandomi questo biglietto.
- Non ho alcun bisogno del vostro aiuto, sono pienamente auto sufficiente!
- Ragionate, per carità! Non posso vedervi ridotto in questo stato e tutto per colpa sua! – nel dire ciò indicavo tutta una parete tappezzata di ritratti, disegni, caricature, articoli di giornale, lettere e pegni di Irene – vi state rovinando la vita per qualcuna che non vi ama! –
- Non potete dimostrarlo!
- Ascoltate la ragione, vi siete rincoglionito!
- No! Non è vero!
- Irene…
Bum! Un tonfo sordo riecheggiò in tutta la casa. Holmes era disteso a terra, rantolando come un epilettico e il suo sguardo era perso nel vuoto, quasi come se si fosse fatto di coca…
- Lo immaginavo! Vi prego ricomponetevi e per l’amor del cielo andate a rassettarvi, voi dovete mangiare qualcosa!